giovedì 1 aprile 2010
Recensione de "L'Avvolgo" apparsa sul sito Scheletri.com
Giuseppe Fanelli è già redattore di 'Moviement', altra collana di Gemma Lanzo che con "Dagon" ha deciso d'inaugurare una collezione di testi ispirati agli scenari ideati dal celebre Howard Philips Lovecraft. Non a caso "Dagon" è il titolo di un racconto dell'autore statunitense. In effetti, sin dalle prime pagine di "L'avvolgo" si può respirare un'atmosfera che mira a ricreare impressioni suggestive e accattivanti.
Tra panciuti colossali col volto di Marlon Brando e poeti nottambuli che se ne vanno in giro con una spada in spalla alla ricerca di mostri da decapitare, ce n'è davvero per tutti. Alcuni capitoli potrebbero ricordare il set di 'Io sono leggenda' (non il remake con Will Smith ma la versione precedente).
Siamo davanti a un racconto lungo dai tratti distopici che vuole incrinare le certezze del lettore riguardo la realtà che lo circonda. In un'ambientazione surreale che si snoda tra mondi alternativi veniamo a conoscenza delle vicende di Evòl, commessa in un negozio di dischi alla periferia di Londra, che piomba presto in avventure oniriche e inquietanti.
Al di là del nome curioso della protagonista che rammenta un album di alternative rock dei Sonic Youth e l'assonanza col vocabolo evil (male), non c'è molto di strano in questa ragazza. Evòl conduce una vita normalissima, circondata da amici fedeli per quanto eccentrici (uno scrittore di origini nobiliari; un fidanzato milionario e l'inseparabile Ina). Presto però le notti festaiole infestate dagli spiriti dell'alcol e dischi dei The Cure si sostituiscono allo scenario post-apocalittico di una dimensione in cui Hitler ha vinto la propria personale battaglia contro il mondo. Così, in un'America devastata dove una cooperativa di sette piani è considerata l'edificio più imponente di Chicago, Evòl si ricostruirà una vita alternativa. Mattone su mattone tornerà in sesto, stringerà amicizia con un nuovo ragazzo, ancora più strano delle vecchie conoscenze, ovviamente prima di conquistare la verità sulle potenze soprannaturali che le hanno pagato il biglietto d'ingresso nella terra dei mutanti.
"L'avvolgo" è un'opera complicata, articolata su più livelli di lettura con un linguaggio horrorifico distribuito in immagini vivide eppure trasognate. Ricco di citazioni letterarie e artistiche in generale, il testo strizza l'occhio a teorie di filosofia classica e Nietzschiane.
Certo, leggendolo potrà dare l'idea che alcuni personaggi si comportino con incoerenza. Ad esempio il grottesco dottor Sockdolager, rappresentante del massimo raziocinio dell'umanità nella dimensione B, non esita ad avallare le spiegazioni di Evòl sulla sua provenienza da altre realtà alternative. Non nascondo come la cosa mi abbia fatto storcere il naso. C'è una spiegazione, ma non posso darla, rovinerei il finale. Diciamo che ogni evento della storia è parte del gioco surreale in cui si diletta il narratore.
Critiche andrebbero mosse piuttosto alla dose rincarata di possessivi un po' abusata, per i miei gusti.
In ogni caso il ritmo è piacevole, e malgrado le digressioni numerose dovute alla natura di romanzo-saggio che ha il libro, si legge con piacere.
Chi mi conosce sa che solitamente sono di bocca larga in fatto di libri, non mi piace affibbiare brutti voti.
Direi comunque che questo non è il caso. La prova d'esordio di Giuseppe Fanelli ha un esito positivo, la prima uscita di "Dagon" è quindi un buon libro. Quando l'ho finito ha lasciato qualcosa, un solco. Certo non posso confrontarlo con le cicatrici profonde di un romanzo di Dick, eppure il graffio di un'impronta visionaria c'è stato... come il retrogusto amaro di chi si desta da un incubo appena finito.
Voto: 7/8.
Gianluca Giannattasio
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